Come sapete, da anni seguo professionisti ed imprese per aiutarli a sviluppare creatività attraverso la pratica teatrale. I corsi sono stati tanti: la maggior parte, destinati a donne interessate a riqualificarsi nel mondo del lavoro, cambiare direzione, fondare qualcosa di nuovo: impegnarsi nell’impresa, in qualunque declinazione di significato essa possa avere. Se sei interessata al teatro d’impresa rivolto all’empowerment femminile, clicca senz’altro qui
L’applicazione fondamentale del mio modo di proporre il teatro d’impresa ( o , come preferisco, teatro per l’impresa: spiego quella che per me è la differenza sostanziale e metodologica in questo video) è senz’altro il PERSONAL BRANDING: ossia l’utilissima arte di saper scegliere cosa vogliamo raccontare di noi all’umanità tutta, farne un personaggio chiaro e definito e permettergli di volare nel periglioso cielo delle pubbliche relazioni. Cosa d’alta magia.
Qui, un chiaro briefing sul personal branding in cui l’idea migliore resta appiccicare post-it sul vetro
Eppure, eppure… seguendo soprattutto libere professioniste e imprenditrici-to-be, questa operazione, per le femmine della specie umana che abita il terzo pianeta del Sole, non è proprio automatica. Me compresa, che pure faccio parte di suddetta categoria; tutte le battaglie di cui parlo, sono state anzitutto combattute nel campo di battaglia che mi contorna. In quanto donne abbiamo tanti di quei pregiudizi culturali, sociali e personali che creare un personaggio che non sia in qualche modo uno stereotipo rispondente a ciò-che-devo rispetto a ciò-che-voglio diventa un salto ad ostacoli; meglio, dico io, meglio, saltare fa bene, allena il cuore a volare più in alto. Per noi donne, è sempre un pochino più complesso. E no, non si tratta di buttarsi giù, si tratta di avere ben chiara la realtà e agire di conseguenza.
Intanto, mancano i riferimenti: la cultura, i metodi, i modelli sono tarati sugli uomini. Per noi, vanno bene fino ad un certo punto. Ripetiamo in coro: per noi, è un pochino più complesso. Intanto, mancano le maestre. Con la E e con la A. La notizia è che ne ho trovata una. Quest’anno, ci facciamo raccontare da lei,𝓵𝓪 𝓶𝓲𝓻𝓪𝓫𝓲𝓵𝓮 𝓬𝓸𝓼𝓽𝓻𝓾𝔃𝓲𝓸𝓷𝓮 𝓭𝓲 𝓶𝓮. Sarà bellissimo.